Testo di Elisa Belotti
Illustrazioni di Adele Mori
Nella puntata precedente: Ayesha e Rossella iniziano la quinta elementare quando, fin dal primo giorno, succede una cosa veramente strana: tutte le merendine portate a scuola per l’intervallo spariscono. Le due amiche decidono di unirsi e risolvere il mistero.
Dopo quella prima riunione al parco, le ragazze iniziarono a mettere in pratica il loro piano. La mattina successiva Rossella suonò al citofono di Ayesha: “Sei pronta?”. “Un minuto e scendo, finisco di indossare il hijab” rispose l’amica, “Hai preso tutto?”. “Oh sì!” disse Rossella facendo tintinnare qualcosa all’interno dello zaino. Una volta arrivate nel cortile della scuola, con molto anticipo rispetto al suono della campanella, si misero in un angolo nascosto, all’ombra di un grande salice. Rossella svuotò il contenuto dello zaino su un muretto e un binocolo e una lente d’ingrandimento ne uscirono rotolando. “Grande! Io ho portato la mia parte” esclamò Ayesha, che estrasse dalla cartella una confezione di cipria, un pennellino e del nastro adesivo. “Con questi rileveremo le impronte digitali!” aggiunse entusiasta. Aveva letto da tempo di quella tecnica sul libro di scienze e non vedeva l’ora di metterla in atto. Presto i primi compagni di scuola arrivarono nel cortile, si riunirono in gruppetti nell’attesa dell’inizio delle lezioni e le due amiche si misero in postazione. Semi nascoste dalle fronde del salice osservarono dalle lenti del binocolo le bambine che si rincorrevano, i bambini che chiacchieravano dei loro cartoni animati preferiti e le maestre e i maestri che si muovevano nelle aule. “Niente di sospetto. Passo” disse Rossella, che per calarsi nella parte si era messa in testa un deerstalker, il tipico cappello verde da Sherlock Holmes. Il suono della campanella interruppe l’appostamento, che riprese all’uscita dalla scuola ma senza successo. Non si vedeva nulla di strano.
Le due amiche non si diedero per vinte e, mentre i furti continuavano imperterriti, anche loro proseguirono. Acquattate contro il muretto vicino al salice, tenevano d’occhio l’intero cortile passandosi il binocolo. Nessun bambino sembrava avere lo zaino pieno di merendine rubate e nessuna bambina pareva fare le smorfie per il mal di pancia dato dai troppi dolci. “È tempo di passare alla fase due” disse Ayesha. L’investigazione si spostò all’interno dell’edificio. Appena suonava la ricreazione, le bambine uscivano in corridoio e osservavano attentamente gli spostamenti di tutti. Anche in questo caso non videro gesti circospetti o corse per nascondere la refurtiva.
Finalmente provarono la strategia delle impronte digitali. Lasciarono una golosa fetta di torta sul casellario, si girarono un attimo e… “Eccola sparita!” esclamò Rossella. Questa volta, però, non erano concentrate sulla crostata scomparsa, ma sulle invisibili – per ora – impronte lasciate da chi l’aveva presa. Con il pennellino distribuirono un po’ di cipria sul mobile, appoggiarono un pezzetto di nastro adesivo, lo alzarono e lo osservarono in controluce. “Funziona davvero, lo sapevo!” esultò Ayesha. “Sì ma adesso come facciamo a scoprire chi si è preso la torta?” ribatté Rossella un po’ scettica. “Mi è appena venuta un’idea geniale!” dichiarò Ayesha con gli occhi che le brillavano per l’entusiasmo. “Ci travestiamo da bidelli con occhiali, naso e baffi finti per girare liberamente nei corridoi?” azzardò l’amica. “No, molto meglio…”.
Quel pomeriggio si trovarono a casa di Rossella. Il tavolo era cosparso di ciotole, mestoli, cucchiai e pirottini per i muffin. “Preparate un dolce?” chiese il papà di Rossella passando per la cucina. “Più o meno…” risposero le ragazze ridendo. Ruppero le uova, aggiunsero lo zucchero, la farina, il lievito, il latte, ma soprattutto una confezione intera di colorante in polvere viola. Un’altra la mescolarono allo zucchero a velo e la usarono per ricoprire per bene il muffin appena sfornato. “Ora vediamo che succede quando verrà fatta scomparire anche questa merendina!” disse Ayesha. “Forse non servirà nemmeno la lente d’ingrandimento” rise Rossella.