Di Rosanna Nossa
Come Donne della porta accanto pubblichiamo giornalmente su Facebook e Instagram la biografia di una donna, nata proprio quel giorno, che si è distinta nella storia per meriti scientifici, artistici, sociali… E’ una ricerca che emoziona e appassiona. Quando è il mio turno, scorro con lo sguardo un elenco infinito di nati quel giorno, dall’antichità a oggi, e devo concentrarmi non poco per scovarci un nome femminile. Uno ogni venti? Ogni trenta? A volte credo di averlo trovato, per scoprire un attimo dopo che Niwa non è il nome di una donna ma di un militare giapponese, le cui imprese sono risultate più significative di quelle di chissà quante centinaia di donne.
Nella mia ricerca mi piace in particolare andare molto indietro nel tempo, ritrovare una sorellanza con donne vissute secoli fa, immaginarle, quasi vederle muoversi nell’epoca storica in cui sono vissute; oppure rintracciare le vite di donne contemporanee ma che fanno parte di culture molto diverse dalla mia. In ogni caso, qualsiasi sia l’epoca o la cultura di appartenenza, sempre ci imbattiamo nella fatica a emergere in un mondo sempre declinato al maschile; ognuna di loro lascia pezzi di sé e paga un tributo, a volte altissimo, alle regole sociali scritte dagli uomini.
È percorrendo queste vite in qualche modo stra-ordinarie che, come in un gioco di specchi, è nato il desiderio di raccontare storie di donne ordinarie, quelle che vivono, o hanno vissuto, nelle nostre famiglie, o nella cerchia più o meno ristretta delle nostre conoscenze. E la mente si è affollata di figure femminili, nonne, madri, zie e sorelle, donne che ci hanno vissuto accanto o di cui abbiamo sentito parlare in famiglia, magari attraverso allusioni più o meno velate, quelle donne che quando nel racconto si arriva ad alcuni passaggi della loro vita cala improvviso il silenzio, e sguardi complici suggeriscono che è meglio sorvolare, lasciar perdere, non soffermarsi. Queste donne forse non conquisteranno un posto nell’elenco dei nati del giorno, ma scriverne frammenti di storia rende loro merito degli sforzi compiuti nell’impresa creativa che è la costruzione di ogni vita.
Le vite infatti non sono flussi che scorrono ininterrotti senza brusche fermate e strappi improvvisi, ma piuttosto grovigli, che non chiedono di essere districati per essere ridotti a sequenze lineari di fatti, ma di essere valorizzati scoprendovi dentro le trame delle emozioni.
Per questo occorrerà avvicinarsi a queste vite in punta di piedi, con rispetto, astenendosi dal giudizio.
Perché solo così potremo onorare le storie che racconteremo, e che invitiamo a leggere. Lasciandoci emozionare e accogliendo le emozioni.