Nellie Bly, la prima giornalista d’inchiesta a fare il giro del mondo

Di Erica Caimi

Nellie Bly di fegato ne aveva da vendere. La sua vita avventurosa, le sue idee rivoluzionarie trasmesse con parole sincere e taglienti testimoniano la personalità di questa ragazza che ha cambiato la storia del giornalismo.

La sua carriera giornalistica comincia per uno strano caso del destino. Elizabeth legge un articolo apparso sul Pittsburgh Dispatch scritto dal giornalista Erasmus Wilson, noto ai lettori del quotidiano come “Quiet Observer”. Nel suo pezzo, quel tranquillo osservatore sostiene che per natura l’intelletto femminile è limitato al mero svolgimento dei lavori domestici e alla cura dei figli, definendo le donne lavoratrici “a monstrosity”, una mostruosità. La ragazza, colpita nell’orgoglio da quelle parole ingiuste, scrive un’accesa lettera alla redazione nella quale non soltanto esprime il suo rammarico per l’articolo, ma dimostra anche una grande capacità dialettica nel confutare quella tesi sessista. Quell’azzardo, così ben confezionato, attira l’attenzione dell’editore George Madden che vuole incontrarla di persona. Incuriosito dalla sua personalità, le offre un posto da reporter ed è lui a darle il soprannome di Pink, dal colore del suo vestitino e ad affibbiarle lo pseudonimo di Nellie Bly, dalla canzone di Stephen Foster. Così comincia il viaggio di Elizabeth nel mondo del giornalismo con lo pseudonimo Nellie Bly. Poco dopo il giornale decide di relegarla contro la sua volontà alle pagine femminili a causa dell’acume di quelle inchieste fastidiose, motivo che la spinge a cercare altrove nuove opportunità, chiedendo a Joseph Pulitzer di essere assunta al New York World.

Il suo incarico d’esordio è il caso del Women’s Lunatic Asylum di Blackwell’s Island. È settembre 1887 quando la ventitreenne Nellie compare davanti a un giudice di primo grado dello Stato di New York. La giovane, dall’aspetto sgangherato e confuso, ha lo sguardo perso nel vuoto e si atteggia in modo strano. Il giudice la fa internare al Women’s Lunatic Asylum, il manicomio femminile della città. Tutti ignorano che dietro a quell’aspetto innocente e stralunato, si cela una giornalista d’inchiesta perfettamente sana di mente che aveva minuziosamente organizzato quella messa in scena per indagare sulle condizioni delle malate. La sua indagine, durata dieci giorni, conferma la cattiva fama del sanatorio. Cibo scadente, bagni freddi, scarsa igiene, terapie che medici e infermieri propinano alle ricoverate senza reale esigenza, maltrattamenti fisici e pressioni psicologiche sono all’ordine del giorno. Inoltre, insieme alle pazienti che soffrono effettivamente di patologie psichiatriche, sono internate anche emigrate povere e donne ripudiate dai familiari, sane di mente, ma sgradite alla società. Nellie Bly prende nota di tutto: nomi, volti, storie ed episodi di maltrattamenti. Dopo che gli avvocati del New York World la tirano fuori da quell’inferno, esce il suo primo articolo intitolato Ten Days in a Madhouse (Dieci giorni in un manicomio), poi ampliato e riadattato in versione di libro da Ian L. Munro. Gli articoli precisi ed affilati indignano a tal punto l’opinione pubblica da spingere lo Stato a prendere dei provvedimenti. Nellie passa tutto il materiale raccolto all’assistente procuratore distrettuale di New York Vernon M. Davis e vengono avviate delle indagini. La sensibilizzazione dell’argomento spinge le autorità a riformare la sanità pubblica: vengono stanziati oltre un milione di dollari per l’assistenza ai malati di mente, viene istituito un organo di sorveglianza sull’attività di medici e infermieri e vengono introdotti dei regolamenti per evitare il sovraffollamento nelle strutture di correzione.

Un’altra delle sue storiche imprese è quella di sfidare Phileas Fogg, il personaggio del libro di Jules Verne ne Il giro del mondo in 80 giorni. Così, il 14 novembre 1889 Nellie Bly s’imbarca dal porto di Hoboken per circumnavigare il mondo e tentare di battere il record: non soltanto sarebbe stato un viaggio epico, ma se ci fosse riuscita sarebbe passata alla storia come la prima donna a fare il giro del mondo in solitaria. Visita Italia, Regno Unito, Cina, Giappone, Hong Kong e così via per un totale di 40.000 chilometri. Si sposta con moltissimi mezzi di trasporto tra cui barca, cavallo, risciò, asino, sampan e altri ancora, suscitando la curiosità di chi la incontra, in effetti doveva sembrare strano per l’epoca vedere una donna viaggiare da sola.  Alla fine riesce a completare il giro in 72 giorni, 6 ore, 11 minuti e 14 secondi, stabilendo il record mondiale. Da questa esperienza nasce l’avvincente libro “Around the world in seventy-two days”, il giro del mondo in 72 giorni. 

Lascia questo mondo all’età di cinquantasette anni, ma cosciente di aver vissuto intensamente. “I always have a comfortable feeling that nothing is impossible if one applies a certain amount of energy in the right direction” (“ho sempre avuto una confortante sensazione che niente è impossibile se si convoglia una notevole quantità di energia nella giusta direzione”). Nellie Bly è stata una delle prime giornaliste d’inchiesta nella storia. Ha anche fatto il giro del mondo in 72 giorni