Mi basto. Un piccolo racconto introspettivo, figlio di un pomeriggio silenzioso.

Di Alessia Casteni

Ci sto bene dentro questo silenzio, mi ci accoccolo dentro come il gatto nel risvolto della coperta sul letto. Finalmente trovo spazio per il mondo che mi sta dentro, invece di camminare per le strade di quello fuori. E io le amo quelle strade, ma ora, inaspettatamente e felicemente, sto bene qui.

A non parlare, a tuffarmi dentro ai libri, a sentire. Non ho orologio al polso e, per le quarantotto ore di questo fine settimana senza tempo, nemmeno una scadenza da rispettare.

Comunico tanto, ma solo con chi voglio; riesco ugualmente a essere parte di tutto quello che mi interessa, di tutto quello a cui tengo.

Sento il valore di quello che non si vede, gioisco per la bellezza che possono creare due parole vicine.

I profumi nella doccia prendono la forma di immagini, riconosco odori che non sapevo nominare appena qualche settimana fa.

Ascolto molto, dentro e fuori. Mi sfamo con la musica invece che con nuovi paesaggi, e non sono carente di alcuna vitamina.

Imparo a conoscere questa piccola casa che ho scelto; la conosco così bene da abitarla veramente, allo stesso modo di quella giacca amata di cui ho fatto mia ogni tasca, cucitura e bottone di riserva, nascosto all’interno.

Sperimento nuove disposizioni dei mobili: avvicino il tavolo alle luci della cucina quando la lampada ha la luce bruciata; metto una sedia sul balcone e scopro che la combinazione del cielo blu con i balconi delle case di ringhiera mi ricorda il mare; mi abbronzo, imparo a conoscere e a riconoscere le facce dei vicini.

In questo momento, mi abito con cura, con riconoscenza; dopo molto riscopro il valore di me dentro al corpo, quando ero abituata solo a ringraziare un’immagine dentro lo specchio.

E anche se tutto quello che c’è fuori mi manca e alimenta molti sogni, sono anche sicura che quello che ho qui, mi basta. Mi basto.