La terra del sogno di Mariana Campoamor

Di Elena Esposto

Aldo Masi, le cui vicende sono narrate nel libro “La terra del sogno” di Mariana Campoamor, edito da Mondadori, negli anni delle grandi migrazioni decide di tentare la sorte oltreoceano con al seguito la moglie Marianna, i tre figli e Bettina, la loro inseparabile governante.

Dopo anni di sofferenze e ristrettezze economiche arrivano finalmente in Messico, nella regione del Michoacan, dove Aldo gestisce insieme a un socio una redditizia piantagione di indaco, La Huerta.

Ma ad Aldo non basta: sogni inquieti lo perseguitano e gli mostrano un cammino dalla meta che non comprende, un destino che non riesce ad afferrare. Una voce che lo chiama a realizzare finalmente il sogno di suo padre prima di lui, quello di un’immensa e rigogliosa piantagione di riso.

L’impresa sembra una follia nell’arida terra messicana, dove nelle ore più calde all’orizzonte appaiono, come segni divini, miraggi di pozze d’acqua sempre irraggiungibili.

Il mondo de la Huerta è un mondo maschile, fatto di terra da amministrare, soldi da contare, braccianti da gestire, accordi politici da stringere. È un mondo di una fatica dura dove le donne hanno poco spazio per agire, ma è proprio in quel mondo, e forse nonostante esso, che fioriscono grandissimi personaggi femminili.

Bettina, la governante della famiglia Masi, che porta con sé la sapienza antica, tramandatasi di madre in figlia, della conoscenza delle erbe curative e il dono (o forse meglio il fardello) di comprendere il futuro in segni e visioni.
Mercedes, la cuoca ex schiava, che conosce e domina, attraverso la preparazione di cibi sacri, la potenza degli Orisha, gli dei africani che ha portato dalla sua terra di origine.
Marianna, la moglie di Aldo, che vive tutte le difficoltà di chi ha lasciato la propria terra e non riesce a sentirsi a casa nel paese che l’ha accolta.
E poi Kareni e Anna, le figlie di Bettina e Marianna, nate nello stesso giorno e sorelle di latte, che condividono con Bettina il dono della preveggenza.

Le donne della storia costruiscono attorno a se stesse un mondo carico di magia e di segreti, così diverso da quello freddo e materiale degli uomini, dove i legami affettivi sono fondamentali, anche quando sono conflittuali.

Come il filo che lega Marianna a Bettina, un’antica promessa e un affetto che non verrà meno neanche quando indebolito dalla gelosia e dall’invidia; o la complicità di Bettina e Mercedes, un fronte sempre compatto contro le insidie esterne, umane o soprannaturali; o il legame indissolubile tra Kareni e Annina, ultimo tassello per portare a compimento il sogno.

Tutti i personaggi femminili di Mariana Campoamor sono estremamente tridimensionali ed escono dalla pagina con forza, accompagnandoci come presenze tangibili lungo la lettura. Nessuna di loro è perfetta, ciascuna porta con sé le sue sofferenze e i suoi segreti, assumendo i tratti di una profonda e vera umanità.

Il romanzo non è solo un meraviglioso affresco di un Messico intriso di magia, delle sue leggende, delle sue tradizioni e della sua storia, ma ci offre anche una chiave di lettura molto più attuale.
La scrittura agile e potente di Mariana Campoamor di porta anche a riflettere su cose che spesso abbiamo dimenticato o che non vogliamo ricordare.

Ci racconta cosa significa lasciarsi alle spalle tutto per iniziare una nuova vita altrove, le difficoltà e le sofferenze che spesso questo porta con sé. Ci ricorda, in questo momento in cui siamo tutti così pronti a cercare il capro espiatorio per tutto quello che succede nel diverso da noi, che anche gli italiani sono stati migranti economici, che il desiderio di migliorare la propria condizione, per noi stessi e per le persone a noi care, è insito nell’essere umano, è l’impulso che ci fa muovere ed evolvere. E che questo porta anche al miglioramento economico dei paesi che accolgono.

Ma ci parla anche dell’importanza del ruolo femminile nella comunità, sia essa la famiglia, l’azienda agricola o la società allargata, dell’impareggiabile forza d’animo delle donne, del loro intuito infallibile, la loro capacità di creare una rete di legami e di amicizie che sopravvive alle intemperie del tempo e delle difficoltà e, non meno importante, la loro grande connessione con la natura e il soprannaturale.

Il libro di Mariana Campoamor non è dunque solo un romanzo che ci cattura e ci trascina in un mondo incantato dal quale non vorremmo più tornare, ma attraverso le sue parole ci dona spunti di riflessione per la nostra realtà, meno affascinante senza dubbio, ma della quale non possiamo mai dimenticarci.