A historia é outra

Di Alessia Casteni

Questo mese per Le Donne della porta accanto ho intervistato Uolli Briotto, cara amica e co-fondatrice del progetto A historia é outra.

Una piccola introduzione

A historia é outra (su Instagram @ahistoriaéoutra) è una pagina di incontro e diffusione del lavoro di artiste che hanno come comune denominatore la fotografia.
Tre curatrici si occupano settimanalmente del progetto: 
Uolli Briotto @ubriotto
Daniele Queiroz @_danielequeiroz_
Julia Pimenta @jupimienta


Condividono contenuti dei loro universi e interessi creando un ricco deposito di informazioni che amano chiamare ‘Altre storie’ ossia storie complementari o alternative a quelle che normalmente ci vengono raccontate a proposito della fotografia.

Come vi è venuta l’idea di creare questo progetto fotografico?

Siamo partite da un gruppo di studio che si chiamava proprio ‘A historia é outra’ che è stato creato da Daniele Queiroz all’inizio del 2020. In un primo momento abbiamo usato questo spazio per studiare la storia delle fotografe brasiliane e  internazionali, costruendo anche uno spazio di raccolta e costruzione di pratiche artistiche legate all’immagine. Il gruppo di studio continua ancora oggi con cadenza semestrale.
La pagina su Instagram è un prolungamento del nostro lavoro in cui Daniele Queiroz, Julia Pimienta ed io uniamo le forze per raggiungere questo obiettivo comune.
Nella nostra pagina Instagram parliamo delle fotografe, delle loro opere e metodologie oltre a promuovere un spazio di scambio e conversazione. Vogliamo che questo sia un punto di incontro per altre, molte storie. Un luogo collettivo di fiducia e affetto. Uno spazio di cura che desti interesse.Le storie sono tante, diverse e fare riferimento a questo processo è imprescindibile per noi.

Potete parlarmi un po’ di voi e di come vi siete avvicinate al mondo della fotografia?

Siamo in tre e ognuna di noi ha avuto un approccio diverso alla fotografia.Vedi? Siamo tante, siamo altre storie, non ancora raccontate e diverse tra loro.Sono felice di questa opportunità per presentarci a ‘Le donne della porta accanto’ collettivo che, a sua volta permette, la creazione di questo tipo di contenuti. Cominciamo!
Io, Uolli Briotto, sono formata in relazioni internazionali e sono specializzata nell’area culturale, lavoro come consulente nella gestione pubblica e sono anche fotografa. Nel mio lavoro come fotografa le mie ricerche sono rivolte al processo analogico, ai collage e alla produzione di pubblicazioni collettive e indipendenti.
Julia Pimienta è architetta e vede l’architettura, il design e la comunicazione come strumenti al servizio delle necessità sociali; al momento lavora come professionista nel settore terziario.
E’ sempre coinvolta in discussioni in ambito femminista e nella produzione artistica e culturale; è molto interessata  ai collage e ai lavori che coinvolgono i temi della memoria e dell’affetto.
Daniele Queiroz è artista visiva, ricercatrice, assistente e curatrice di fotografia contemporanea. Le sue ricerche si concentrano sulla possibilità di creazioni narrative multiple e sul sentimento come modalità per comprendere l’arte e il mondo: influenzare ed essere influenzata dalle storie e dagli incontri.
Come si può notare ognuna di noi è impegnata professionalmente in un’area diversa ma convergiamo poi tutte nel nostro interesse per la fotografia.
Ci siamo incontrate pensando che la storia e le produzioni fotografiche avessero bisogno di essere riraccontate e referenziate con metodi nuovi e dirompenti.
Dal momento che viviamo in un contesto frammentato, individualista e competitivo, è necessario uno spazio di collaborazione e scambio per rompere questo schema.

Avete obiettivi a breve termine che volete raggiungere grazie a questo progetto?

Abbiamo aperto la pagina a ottobre e da allora costruiamo insieme, settimanalmente, un deposito di referenze che hanno creato molte idee e contatti. Siamo entusiaste dei primi risultati, degli scambi e del coinvolgimento che ne è scaturito. Al momento ci focalizziamo su questo e continuiamo.
Siamo solo all’inizio ma sicuramente nei prossimi mesi avremo delle novità!

Quale artista, a oggi, considerate più appropriata per raccontare la storia di questo periodo difficile che stiamo vivendo e perché?

Tutti noi stiamo passando attraverso un momento difficile e di presa di coscienza. Questa presa di coscienza, nata per necessità o per scelta, continua ormai da più di un anno. E’ stata intensa e ci ha fatto sentire molte cose, per questo credo che tutte le artiste menzionate nella nostra pagina possano essere una risposta appropriata a seconda di quando, come e dove vengano fruite. A questo proposito ne cito alcune.
Irmina Walczak, Abigail Heyman e Carmen Winant usano la fotografia come mezzo per esplorare e approfondire le loro relazioni; come donne con la propria famiglia e con gli altri, al di fuori del nucleo famigliare, creano discorsi importanti sulla maternità e sul corpo materno. Molte persone durante la quarantena hanno approfondito questo tema, altre no, ma tutti possono seguirlo e interessarsene.
Yumna Al-Arashi, Carrie Mae Weems, Helene Amouzou e Cindy Sherman capiscono che la fotografia può inserirsi e mantenere ottime prospettive in una narrativa che per molto tempo è stata unidimensionale, per questo lavorano sull’autoritratto in modo eccellente;  il loro cammino può allinearsi facilmente al processo intimo di molte persone in questo momento.
Lola Alvarez-Bravo, Aida Muluneh e Jungjin Lee, Khan Phan e Dionne Lee ci trasportano invece in altri universi attraverso i loro lavori; sono produzioni più rivolte a ciò che è artistico, a volte critiche altre no ma ognuna è capace di portare altri spazi, spazi ricreati come rifugi che fanno sognare, accolgono i traumi e sono possibili estensioni delle nostre identità.

La vostra pagina è uno spazio femminile. Puoi raccontarmi perché, ancora oggi, abbiamo l’urgenza di unirci, in quanto donne, affinché il mondo ci ascolti?

Sono d’accordo, la nostra è un’urgenza. Oggi nella tua libreria  quante artiste ci sono con i loro libri e i loro lavori?Al momento, quante artiste riesci a ricordare?Con il nostro progetto non vogliamo solamente raccontare la storia delle donne di cui abbiamo sentito parlare meno nella fotografia  ma vogliamo anche costruire nuove pratiche e metodologie  di conoscenza.Abbiamo bisogno di trasformare il tipo di informazione che ci arriva. Necessitiamo di più spazi collettivi di accoglienza per poter conoscere quali sono state le artiste che hanno pensato e realizzato la storia delle immagini prima di noi e proporzionare uno spazio  in cui anche noi possiamo parlare, incontrarci, discutere e conoscerci. E’ per questo che siamo qui.