Guardare la separazione con ironia

Elisa Belotti

Ti lascio per riprendermi è il titolo del libro di Giovanna Donini e Andrea Midena pubblicato a febbraio dalla casa editrice Solferino. Si tratta di un Manuale praticomico per affrontare la separazione, come viene definito in copertina e dopo averlo letto un’impressione è chiara: affrontare la fine di una relazione duratura è difficile, ma lo è ancora di più uscirne conservando la propria salute mentale ed essere in grado di riderci sopra.

Copertina del libro Ti lascio per riprendermi
Copertina di Ti lascio per riprendermi

Film romantici, brani musicali, testi poetici, perfino le favole per l’infanzia parlano d’amore. Siamo tempestati di messaggi che propongono la vita in coppia come la massima felicità e, soprattutto, la massima realizzazione. Ci sono molti libri che scandagliano i meccanismi delle relazioni, offrono dei modelli positivi da cui trarre ispirazione o tossici da cui, possibilmente, distaccarsi. E tutto questo avviene fin dall’infanzia. D’altra parte però in pochi spiegano come gestire le rotture e come viverle con leggerezza. Midena e Donini si chiedono più volte “Da soli non si è abbastanza?” e la loro risposta è proprio questo libro, che racconta la possibilità di fiorire anche dopo ciò che spesso ci viene presentato come un fallimento.

La strategia scelta per affrontare questo tema è l’ironia. L’autrice e l’autore, infatti, hanno alle spalle una lunga carriera nella comicità. Donini è giornalista, Midena è comico ed entrambi scrivono per la televisione, il teatro, collaborano con Zelig, con il podcast Maschiacci di Francesca Michielin e hanno fondato l’associazione La fabbrichetta del comico. Ti lascio per riprendermi – nato grazie a «tutte le persone che ci hanno lasciato e tutte le persone che abbiamo lasciato […], perché altrimenti avremmo scritto un manuale praticomico per affrontare la coda in Posta e non sarebbe stata proprio la stessa cosa» – è stato collocato nella collana Stand Up, che già nel nome richiama un tipo di spettacolo che rompe la quarta parete e si rivolge direttamente al pubblico.

Così fanno anche Donini e Midena, che strutturano il testo come un manuale ricco di ironia e parlano senza intermediari con chi sfoglia le pagine: «Prima di continuare vogliamo dirti una cosa: se stai leggendo questo libro, ci dispiace. O meglio, a noi fa piacere perché vuol dire che ne abbiamo venduto una copia in più, però ci dispiace per te». Prima di imbattersi però nella critica più immediata, “Fate presto a riderne se non ci siete mai passati”, gli autori chiariscono la loro posizione fin da subito: essi stessi hanno vissuto l’esperienza della separazione. Anzi il rapporto di amicizia che li lega nasce proprio da una rottura e, come raccontano durante le interviste, già da tempo avevano in mente di scrivere un testo su questo argomento. La spinta definitiva a trasformare l’idea in libro deriva dal boom di relazioni terminate dall’inizio della pandemia.

Esiste la figura del wedding planner ma non il separation planner, lamentano con ironia, cioè qualcuno che ti aiuta a gestire la fine di una relazione, lo comunica ad amici e parenti, ti sostiene durante il trasloco e ti ripara dalle domande scomode e spesso irrispettose che puntualmente arrivano. Duecento pagine di consigli su come lasciare, come farsi lasciare e soprattutto come rendere la separazione meno traumatica tra paradossi, situazioni iperboliche e umoristiche.

«La valigia va fatta prima, e precisamente quando sei felice, quando non hai nessuna intenzione di separarti, quando fra te e la persona che ami tutto fila a meraviglia. […] La valigia per la separazione va fatta in quel momento lì, possibilmente in un attimo di felicità estrema, e va poi immediatamente infilata nell’armadio. E se per caso lui o lei un giorno ti chiedesse: “Ma a cosa serve quella valigia?” tu devi solo rispondere “Mi serve nel caso ci fosse un terremoto”».

A metà tra il copione teatrale e il saggio manualistico, non presenta soluzioni e risultati certi a chi legge. I personaggi delle storie riportate non sono positivi, non si riscattano, non stravolgono la loro vita dopo al rottura. Sono invece individui che soffrono, si comportano male, prendono decisioni sbagliate e ci ridono sopra. Al di sotto della continua battuta, però, si legge la consapevolezza che le relazioni possono terminare ed è importante avere un’idea di che cosa fare: scegliere con senno cosa portarsi dietro della vecchia vita, trovare velocemente un nuovo luogo in cui vivere e selezionare bene gli amici. Il tutto con l’obiettivo di venire a patti e riuscire a fare ironia di ciò che la società considera un fallimento.