Un magico Natale con “Elfi al quinto piano”

Di Elisa Belotti

Storie dalla Città di R. è la rubrica in cui, ogni mese, viene proposto un libro per l’infanzia che rappresenta e trasmette la convivenza delle diversità, un testo capace di trasformare le nostre comunità in luoghi più inclusivi e accoglienti.

Cosa succede quando leggiamo un libro o ascoltiamo una storia?
Accadono molte cose contemporaneamente: ci emozioniamo, ci immedesimiamo nei personaggi anche quando non ci piacciono, riflettiamo, pensiamo. Soprattutto però il nostro cervello registra le storie con cui entriamo in contatto e le trasforma in strumenti utili per la vita di tutti i giorni.

Le narrazioni ci aiutano a capire quali sono le emozioni delle persone con cui interagiamo, a prevedere i loro comportamenti. Ci mostrano che se un personaggio fa una determinata cosa, la possiamo fare anche noi. E questo vale soprattutto quando a leggere sono i bambini e le bambine.

Cosa succede, però, quando una bambina legge libri in cui i personaggi principali sono solo maschili? Quando un bambino nero sfoglia pagine su pagine con personaggi bianchi? O se una bambina disabile non vede mai nessuna protagonista come lei?
In questi e in tanti altri casi c’è un problema di rappresentazione. Non riconoscersi nelle storie e nelle illustrazioni fa pensare che non si potrà essere protagoniste/i delle proprie vicende.
Una scarsa rappresentazione delle diversità fa male a tutti, non solo alle minoranze. Ve lo racconto partendo da un’esperienza personale.

Durante la scorsa estate ho gestito un laboratorio di lettura in un centro estivo. Ho scelto di lavorare sull’intelligenza emotiva e in ogni incontro proponevo una storia nuova.
Il primo giorno ho letto Il dottor Li e il virus con in testa una corona di Francesca Cavallo.
Uno dei primi commenti dei partecipanti è stato “Ma il dottore è davvero cinese? Non è giallo”. Dopo un po’ di confronto, si sono resi conto che non avevano mai letto un libro con un personaggio asiatico o di origini asiatiche.
Alcuni incontri dopo ho raccontato loro la storia di Madam C.J. Walker, a partire dal libro di Denene Millner, e la maggior parte dei bambini è rimasta sorpresa nel vedere che i personaggi erano tutti, per usare le loro parole, “marroncini”. Scrivendo su delle schede, qualcuno ha anche colorato con il pastello rosa il volto delle persone nere ritratte.
Dopo aver letto Il buio di Lemony Snicket, invece, erano sorpresi dal protagonista maschile che ammette senza indugi di avere paura.
Sono solo alcuni esempi che ci mostrano, però, come questi bambini non fossero per nulla abituati a libri in cui viene rappresentata la diversità. 

Crescere, diventare cittadini e cittadine di un mondo complesso e polifonico, saper riconoscere la diversità e vederla come un elemento positivo è possibile. E si può partire proprio dalle storie che i più piccoli ascoltano o leggono.


Ecco perché in questa rubrica, Storie dalla Città di R., vi proporrò ogni mese un libro inclusivo per l’infanzia. Si parlerà della rappresentazione dei personaggi femminili e maschili, dell’identità di genere, dell’etnia, del credo religioso. Come spiegare un argomento complesso ai più piccoli? C’è sempre il libro giusto e ve lo racconterò.
Quello che ho scelto per il mese di dicembre è Elfi al quinto piano di Francesca Cavallo, pubblicato da Feltrinelli nel 2019 e perfetto per il periodo natalizio.

È anche il libro da cui prende il nome questa rubrica, Storie dalla Città di R.
È infatti un classico racconto natalizio con elfi, pacchi regalo, Babbo Natale, cenoni della Vigilia, ed è ambientato proprio nella “Città di R.”, un luogo statico, in cui non succede mai niente e in cui regna la diffidenza verso ciò che è nuovo e diverso.
E in questo contesto l’autrice pone al centro della scena la famiglia Greco-Aiden: mamma Isabella, mamma Dominique e i figli Manuel, Camila e Shonda. Una famiglia omogenitoriale e multietnica.

«Alcuni credono che ai bambini non si debba parlare delle famiglie con due mamme o due papà perché “i bambini sono troppo piccoli per capire”» scrive Cavallo nell’introduzione, «Ma che cosa c’è da capire? L’amore è una cosa semplice. Crescere considerando normali le famiglie diverse dalla propria è importantissimo per creare un mondo in cui ogni bambino si senta accolto e in cui a nessuno si chieda di nascondere parti di sé».

Questo libro spiega con la semplicità delle avventure natalizie che ogni famiglia è speciale e unica. L’autrice richiama le storie tra neve e addobbi sul camino e ne costruisce una accogliente e magica, in cui emozionarsi e restare con il fiato sospeso, ma anche imparare e diventare a propria volta più accoglienti.
Manuel, Camila e Shonda, i tre protagonisti, vivono delle avventure straordinarie in compagnia di dieci elfi e di una squadra di amici e tutti insieme riescono a rompere l’indifferenza della Città di R. e creare una comunità.

Un altro elemento significativo è la multietnicità. Non è un tema affrontato di petto, ma le illustrazioni di Verena Wugeditsch rappresentano, pagina dopo pagina, personaggi di diverse etnie, accostandoli gli uni agli altri con naturalezza.
La famiglia Greco-Aiden è multietnica, gli abitanti della Città di R. non sono tutti bianchi e nemmeno gli elfi di Babbo Natale. Mostrare personaggi con la pelle di vari colori aiuta chi legge ad avere una prospettiva più ampia, a riconoscere la diversità che ci circonda.
Viene inoltre raccontato che i Greco-Aiden arrivano nella Città di R. da un Paese molto lontano, in cui si era deciso che «le famiglie con due mamme e tre figli erano illegali».
I protagonisti quindi sono anche migranti. Si spostano in un nuovo luogo per poter stare insieme e vivere come la famiglia che sono.

In un periodo storico complesso come quello attuale, parlare ai più piccoli della migrazione in questo modo può aiutare a guardarci l’un l’altra con qualche pregiudizio in meno.
Elfi al quinto piano è quindi un romanzo per l’infanzia che, durante le feste (e non solo), sa tenere compagnia a tutti e tutte: 120 pagine di neve, regali, addobbi, famiglie e avventure che fanno divertire e crescere con maggiore consapevolezza. 

Dalla Città di R. per oggi è tutto. Ci vediamo a gennaio con un nuovo libro per trasformare tutte le nostre comunità in luoghi più inclusivi e accoglienti, come la Città di R. al termine di questa storia di Natale.