Buoni propositi femministi per il 2023

Manifesto del femminismo lento, perché anche andarci piano è un atto rivoluzionario.

Di Elena Esposto

Ogni anno il primo gennaio veniamo puntualmente travolt* dalla frenesia dei buoni propositi, liste infinite di cose da fare nei successivi 12 mesi

È un processo normale perché come esseri umani funzioniamo molto bene con i cicli, e abbiamo bisogno di questi momenti “boost”, in generale gennaio e settembre, per ridarci lo slancio e rimetterci sulla rotta che avevamo tracciato per noi stess*.

Spesso però le liste dei buoni propositi finiscono per diventare fonte di frustrazione e non di crescita. Questo perché ci sentiamo pressat* a dover essere e fare sempre di più, entrando in un loop di perfezionismo e performance che spesso è quello che ci fa perdere la rotta, in primo luogo.

Come femminista intersezionale mi sono trovata a chiedermi a chi servono questi meccanismi, questo impellente desiderio che ci viene inculcato di dover essere sempre migliori, sempre in movimento.

Non fraintendetemi, voler migliorare ed evolvere è un desiderio profondamente umano ed è giustissimo soddisfarlo, ma dobbiamo chiederci anche se quello che facciamo serve a noi, al benessere e alla soddisfazione nostri e della collettività o è solo un gioco al rialzo stabilito dalla società della performance, che lungi dal volerci veder crescere ci vuole schiacciare in una morsa di obiettivi sempre più irraggiungibili.

Per questo ho pensato di fare una lista di propositi che siano femministi, intersezionali e “al ribasso” (almeno nel senso comune), perché la nostra lotta passa anche dallo spezzare i meccanismi oppressivi che ci allontanano sempre di più dal vero obiettivo: essere felici, e costruire intorno a noi una società sana, felice e intersezionale.

Proposito 1: Relax and take it easy
Il mondo ha un disperato bisogno che ciascun* di noi faccia la sua parte nella lotta, ma fare e stra-fare sono due cose ben diverse.
Non puoi fare molto se sei esaust* o stressat*, e poi in una società che ci vuole sempre attiv*, riposarsi è un atto profondamente rivoluzionario.

Proposito 2: Chiediti perché e per chi
Prima di prendere una decisione o di fare qualcosa chiediti perché e per chi lo fai. È perché lo desideri davvero o solo per non deludere le aspettative di qualcun’altr*?
E se ti stai assumendo un incarico di responsabilità e visibilità nell’attivismo o nella lotta lo stai facendo per mettere al servizio i tuoi talenti o per brillare e trarne vantaggi personali?
Pensaci. Il mondo non ha bisogno di altro ego.

Proposito 3: Basta con i confronti
Smettila di guardare l* altr* e concentrati sul tuo percorso, sulla tua unicità, su quello che TU puoi dare.
Il vero obiettivo è andare al tuo passo e goderti il panorama. Se passi tutto il tempo a misurare la tua vita, i tuoi obiettivi e le tue scelte con quelle delle altre persone non potrai mai costruire qualcosa fatto su misura per te.

Proposito 4: Dì di no alle logiche capitalistiche e di consumo
I meccanismi del patriarcato e del capitalismo sono strettamente collegati e conducono all’oppressione non solo di gruppi di persone, ma anche dell’ambiente e del pianeta.
L’industria della moda ad esempio, emette il 10% della CO2 globale e si stima che aumenteranno del 60% nei prossimi dieci anni e contribuisce al 20% dello spreco globale d’acqua e del 20% dell’inquinamento delle risorse idriche mondiali. Idem per quella cosmetica. Due industrie che ricevono molto dalle tasche delle donne, spinte da un sistema che le vuole sempre alla moda e impeccabilmente truccate.
Questo non significa siamo tutt* costrett* ad andare in giro acqua e sapone o che non dobbiamo concederci di vestirci come più ci piace, ma possiamo fare più attenzione alle nostre scelte di consumo.

Proposito 5: Modera il linguaggio
Elimina dai tuoi discorsi tutte quelle parole e frasi che contribuiscono al radicamento dell’oggettivizzazione sessuale, della violenza, del sessismo, del razzismo, della misoginia e dell’omofobia.
Non esistono cose “dette così per dire o per ridere”. Le parole danno forma alla realtà e al modo in cui la percepiamo. Non sono mai innocue.

Proposito 6: Dedica più tempo all’(auto)formazione
Eh sì, questa doveva essere una lista di meno e non di più, ma la formazione e l’informazione non bastano mai giusto?
Investi tempo e risorse per studiare, leggere, approfondire diversi punti di vista. Apri la mente e vai al cuore delle cose, ascolta tutte le voci (no, Wikipedia non basta). Solo così potrai ottenere una solida conoscenza e costruire opinioni basate sui fatte e non sui pregiudizi.

Proposito 7: Rispetta i tempi di tutt*
Nel suo saggio Perché non sono femminista la scrittrice Jessa Crispin scrive: “Il nostro compito, come femministe, non dovrebbe essere reclutare. Non dovrebbe essere convertire. Dovrebbe essere ascoltare i bisogni e le esigenze delle donne che potrebbero anche differire dai nostri.”
Nella lotta e nell’attivismo rispetta i tempi de* altr* (e i tuoi). Non tutt* siamo arrivat* allo stesso punto di consapevolezza e non tutt* andiamo alla stessa velocità, o abbiamo la stessa disponibilità di tempo e risorse da investire, ma non è su questo che si determina il valore de* compagn*.

 

Buon 2023, femminista e al ribasso!